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Non solo Earl Grey: i vari usi del bergamotto in cucina

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Citrus bergamia, bergamotto (fonte: Wilkipedia)

Citrus bergamia, bergamotto (fonte: Wilkipedia)

Mi sono imbattuta di recente nella marmellata al bergamotto: l’ho vista, l’ho acquistata e l’ho provata subito, come faccio ogni volta che scovo da qualche parte qualche prodotto a base di qualche ingrediente che mi stuzzica la curiosità. Come il bergamotto appunto. Come quella volta che ho comprato il miele al bergamotto, cui ricorro ogni volta che mi spunta il mal di gola. Come quella volta che in una gelateria ho trovato il gusto al bergamotto. Come quella volta che ho mangiato il cioccolato al bergamotto.

Per me bergamotto è sinonimo di té Earl Grey, miscela di té neri del quale questo agrume, meglio, l’olio estratto dalla sua scorza, costituisce l’aromatizzante. È sicuramente tra i blend di té più noti al mondo, o almeno in Italia, e la sua fortuna è data proprio dal suo caratteristico profumo agrumato. Di per sé il frutto, però, è molto aspro, tant’è che non viene mangiato a spicchi come le arance, e non se ne bevono le spremute come i limoni. Dal frutto viene estratto, per l’appunto, l’olio essenziale che trova vari impieghi, soprattutto nella cosmesi e nella profumeria.

Vi dicevo, però, che sempre più spesso il bergamotto è ingrediente caratterizzante di alcuni prodotti alimentari: il miele risulta fortemente balsamico (un cucchiaino scarso, preso liscio o sciolto nel té è più che sufficiente), la marmellata piuttosto amara, adatta a chi non ama le marmellate troppo stucchevoli; dal bergamotto possono essere tratti anche canditi, caramelle e, perché no, si possono ottenere anche liquori e grappe. E ancora, con l’olio essenziale, oltre all’Earl Grey si può produrre il sorbetto.

Etichetta ottocentesca di una ditta di Reggio Calabria, nell'illustrazione è visibile la "macchina calabrese" (fonte: wikipedia)

Etichetta ottocentesca di una ditta di Reggio Calabria, nell’illustrazione è visibile la “macchina calabrese” (fonte: wikipedia)

Il bergamotto è un agrume coltivato esclusivamente in provincia di Reggio Calabria: storicamente è qui che si trovano le piantagioni, qui che ne fu scoperto l’olio essenziale e qui che fu inventata la macchina apposita per estrarlo detta, con ben poca fantasia, macchina calabrese. Nonostante il bergamotto sia una pianta ormai naturalizzata del Sud Italia, non è chiara la sua origine. Tra i candidati in tal senso ci sarebbe la Cina, ed effettivamente era cinese il Mandarino che fece dono al conte Charles Grey del primo té al bergamotto. Al conte il té piacque talmente tanto da volerne bere ancora e ancora una volta tornato in Inghilterra. Pare che il Conte si sia rivolto alla Twinings per riprodurlo e metterlo in circolazione. Da allora l’Earl Grey ha conquistato il mercato mondiale del té.

Tornando alla cucina, va detto che certo il sapore decisamente aspro della polpa non ha aiutato, però in passato il bergamotto è stato bandito pesantemente dalle tavole, ritenuto persino dannoso per la salute. Ultimamente invece c’è una certa riscoperta di questo frutto e delle sue potenzialità in cucina: merito di una ricerca culinaria sempre più attenta agli ingredienti più curiosi e agli utilizzi più particolari. Per esempio, lo sapevate che l’olio di bergamotto può essere utilizzato per aromatizzare la selvaggina? E che in Calabria viene utilizzato ampiamente nella pasticceria e in gelateria? Io no, ma ho letto tutto qui, in quest’articolo tratto da Civiltà della tavola n. 156, 2004, che mi ha aperto parecchi orizzonti. Aspetta, per esempio, che mi capiti sotto mano l’olio aromatizzato al bergamotto e vedrai che ti combino… ;-)



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