Lo direste mai che un servizio in porcellana può valere 80.000 €?
Beh, se il servizio è costituito da 43 elementi, è un servizio da té, caffé e cioccolata, è una manifattura di Meissen del 1730 e soprattutto è appartenuta a Massimo d’Azeglio, forse effettivamente il valore può essere elevato.
Riporto la descrizione del servizio a cura di Palazzo Madama:
Il servizio comprende 43 elementi:
1 caffettiera con coperchio
1 teiera con coperchio
1 bricco per il latte caldo con coperchio
1 portatè
1 zuccheriera con coperchio
1 tazza per gli avanzi del tè e del caffè
1 vassoio pentagonale per i cucchiaini
6 tazze da cioccolata, 12 tazze da tè e da caffè, 18 piattiniOgni elemento è dipinto con lo stemma Taparelli (partito, controfasciato di rosso e di oro) entro una cartella dorata, sormontata da una corona e affiancata da rami fogliati. La decorazione riprende le porcellane giapponesi in stile Kakiemon con “fiori indiani” sparsi e bordi dorati arricchiti con palmette e girali in blu, rosso e oro. Le forme sono quelle in uso a Meissen tra il 1725 e il 1740. Sono da notare il manico a J della teiera e della caffettiera, e le tazze da cioccolata con un solo manico.
Il servizio fu realizzato per il Conte Pietro Roberto Taparelli quando egli era militare di carriera e poi ministro del governo di Sassonia. Tutti i pezzi recano infatti lo stemma di famiglia Taparelli, insieme a delicate fantasie floreali. Anni dopo la morte del conte, il servizio giunse a Torino, dove fu conservato nel bel palazzo di Casa Taparelli-D’Azeglio. Massimo D’Azeglio, che oltre ad essere protagonista politico degli anni del Risorgimento Italiano, nonché scrittore, si dedicò anche alla pittura, dipinse in una sua natura morta una delle tazze facenti parte del servizio. E’ da questo quadro che parte la caccia alla tazzina. Nel 2011 dopo molto cercare, viene individuato non solo il singolo oggetto, ma l’intero servizio di 43 pezzi, miracolosamente integro e disponibile per l’acquisto al prezzo di 66mila sterline (circa 80mila euro). Nel 1903 infatti il servizio fu venduto e se ne persero le tracce fino al 2003 quando ricomparve sul mercato antiquario. Si poneva perciò il problema di riportarlo a casa.
Il prezzo stimato per l’acquisto del favoloso servizio è, dunque, di 80.000 €. Il museo ha già messo da parte una cifra considerevole, ma non basta, e ha tempo solo fino al 31 marzo 2013 per raccogliere la cifra che serve.
L’iniziativa che il Museo di Palazzo Madama ha messo in moto è semplice ma geniale e coinvolgente: si chiama crowdfunding, termine inglese che indica una raccolta fondi pubblica per la quale si chiama a partecipare tutta la comunità che viene coinvolta e invitata a sostenere economicamente una spesa, un acquisto o un finanziamento. Nel caso di Torino, il Museo di Palazzo Madama vuole acquistare un lotto di oggetti significativo per il personaggio che l’ha posseduto, Massimo D’Azeglio, appunto, personaggio storico fondamentale per la storia dell’unificazione d’Italia. E’ la prima volta che in Italia si fa un’operazione di questo tipo, si scommette sulla generosità e sensibilità dei cittadini. La sfida è ancora più difficile, dato il momento di crisi, ma la speranza è ovviamente quella di riuscire nell’impresa.
Casi di crowdsfunding nel mondo della cultura e dei musei non ne mancano: un esempio è il Louvre, che con l’operazione Tous Mécenès (tutti Mecenati) coinvolge il pubblico nell’acquisto di opere che al contempo arricchiscono la collezione museale e fanno sì che quelle opere non finiscano sul mercato antiquario rischiando di far perdere le tracce di sé.
L’invito è quello di contribuire anche noi, nel nostro piccolo, all’acquisto del prezioso servizio. Sul sito web di Palazzo Madama è possibile donare anche solo 2 €. A me francamente non dispiacerebbe andare un giorno a Torino a visitare Palazzo Madama e, fermandomi davanti al servizio di D’Azeglio, poter dire “Questo è anche un po’ mio“…