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“Un té con Alice” e la Cappellaia Matta!

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Domenica 10 dicembre alla Libreria delle Donne di Firenze ho partecipato a “Un té con Alice“, un bel pomeriggio a base di libri, di favole e di té. Nello specifico, io, Cappellaia Matta per l’occasione, alle 17, proprio all’ora del té, ho raccontato ai presenti la storia e le leggende legate all’origine del té, ho spiegato la differenza tra té nero, té verde e té bianco, che ho fatto poi assaggiare.

Un té con Alice alla Libreria delle donne di Firenze

Era la prima volta (ospitata da Magalli a I fatti vostri a parte) che parlavo di té in pubblico. Di solito infatti scrivo qui, o sulla pagina facebook (a proposito, la seguite?), o rispondo a qualche curiosità di qualche amica (magari proprio davanti a una tazza di té), ma non avevo mai fatto una “conferenza” pubblica sul té. Ero piuttosto emozionata, ma l’attenzione e il calore del pubblico mi hanno aiutata molto.

Cosa ci sarà sotto i cappelli della Cappellaia Matta? Ma certo! Un té nero, un té verde e un té bianco!

Ho trovato una platea curiosa, attenta, recettiva, proprio come si addice a chi scopre cose nuove e non vuole farsele sfuggire.

Ho raccontato le leggende intorno alla nascita del té:

  • la leggenda cinese, che narra che l’imperatore Cheng Nung, 2700 anni e più a.C., scoprì il té perché alcune foglie si staccarono dall’albero presso cui stava riposando e si depositarono nella pentola nella quale stava facendo bollire l’acqua per depurarla;
  • la leggenda indiana, secondo la quale il principe Bodidharma predicando il buddismo in Cina fece voto di non dormire per 7 anni, ma giunto al quinto rischiò di addormentarsi, e allora masticò alcune foglie che immediatamente gli diedero vigore e gli consentirono di proseguire la meditazione;
  • la variante giapponese, secondo cui Bodhidarma verso il quinto anno di meditazione si addormentò e al risveglio, arrabbiato con se stesso, si strappò le palpebre che l’avevano tradito, e le seppellì sottoterra. E da esse nacquero due piante di té.

Ecco la Cappellaia Matta in azione alla Libreria delle Donne!

Ho raccontato di Robert Fortune, lo scozzese che si finse cinese per carpire i segreti della coltivazione del té in Cina e che li esportò in India (ne racconta le gesta Bill Bryson in Breve storia della vita privata): grazie alla sua impresa nel XIX secolo finalmente l’Inghilterra si sganciò dal monopolio commerciale della Cina in fatto di té decretando, di fatto, il boom di questa bevanda presso tutte le classi sociali.

Ho spiegato, poi, la differenza tra té nero, té verde e té bianco. Una differenza cromatica delle foglie e della bevanda in tazza, certo, ma anche una differenza di profumi e di tecnica di produzione.

Ho fatto assaggiare un té nero Gong fu Rose, il té nero profumato naturalmente alla rosa, per la cui produzione i petali di rosa sono uniti alle foglie di té durante l’essicazione, in modo che trasmettano il profumo. Ho fatto assaggiare un té verde Gyokuro, che arriva direttamente dal Giappone: bello, verde, profumato e intenso. Ho fatto assaggiare un té bianco profumato al gelsomino, prodotto alla maniera tradizionale, con fiori di gelsomino uniti alle foglie di té durante la preparazione, in modo che trasmettano il profumo. Tutti té che ho ricevuto in regalo: il nero alla rosa e il bianco al gelsomino provengono dal mio premio per il Premio Letterario “Racconti di té all’ora del té”. Tre té di gran pregio, che sono contenta di aver dedicato a quest’occasione: il té migliore va consumato quando ne vale la pena, di questo ne sono convinta. E “Un té con Alice” era l’evento per cui ne valeva la pena.

L’assaggio è andato esattamente come prevedevo: in pochissimi conoscevano il té bianco, che quindi è andato per la maggiore. Il primo assaggio, per quasi tutti è stato dunque il té bianco al gelsomino. A seguire, il té verde ha avuto il suo momento di gloria. Il té nero, più diffuso nelle nostre tazze quotidiane, è stato l’ultimo assaggio. Ma la delicatezza del profumo di rosa ha lasciato tutti d’incanto.

Durante e dopo gli assaggi di té: teiere, infusori e tazze vuote

L’evento alla Libreria delle Donne è stato la prima occasione in cui ho parlato pubblicamente del té, ma anche la mia ultima “apparizione” pubblica a Firenze: mi trasferirò per lavoro, infatti, a Ostia Antica. Da Firenze vado alla conquista di Roma. Auguratemi buona fortuna! E se qualcuna di voi è di Roma Capitale, sarò felice di conoscerla!

Ringrazio la Libreria delle Donne e Stefania, che mi ha coinvolto: carissima amica che non si libererà facilmente di me nonostante la distanza che si verrà a creare! Infine, un ringraziamento speciale alle amiche e amici del Bookclub Firenze, che hanno partecipato numerosi: è stato bellissimo avervi nel pubblico!


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