Fermo restando che è sempre valido il motto “Ad ogni té la sua teiera“, vi porto a fare il giro del mondo in teiera.
Questo post è un inventario della mia collezione di teiere, necessario in questa fase di traslochi. Al tempo stesso è un modo per ricordarsi che ad ogni té corrisponde la sua teiera in una determinata parte del mondo.
Due teiere giapponesi in ghisa + strumenti in bambù + té matcha + 2 tazze
La cerimonia del té giapponese è uno degli aspetti più interessanti della cultura giapponese. Il suo canonizzatore fu il monaco Sen Rykiu nel XVI secolo: egli istituzionalizzò il rito del Cha no Yu, la Via del té, che non è semplicemente preparare una tazza di té, ma è un vero e proprio stile di vita votato alla semplicità, alla sobrietà, alla pacatezza, al rifiuto delle forti passioni che agitano lo spirito e la vita quotidiana, in onore di una grandissima pace interiore. Alla cerimonia presenzia un maestro del té e uno o più ospiti per i quali viene preparato il té. Per prepararlo, il maestro del té prende un poco di polvere di matcha e lo mette nella tazza, poi versa poca acqua e mescola il tutto con il chasen, il frullino. Quando la polvere è sciolta ed è diventato un composto verde brillante, il té è pronto e viene servito all’ospite.
Una teiera marocchina in argentone + bicchieri in vetro decorati + vassoio sbalzato in alluminio
Questa è la teiera che usano i beduini per preparare il té alla menta oppure alla shiba, ovvero la pianta dell’assenzio. Una delle due teiere, molto decorata, l’ho comprata su un mercatino dell’antiquariato in Italia e il venditore non mi seppe dire molto (ma ha suscitato l’interesse di una mia collega: presto vi racconterò cosa ha scoperto). Un’altra teiera, invece, che vi ho mostrato qui, proviene proprio dal Marocco, da Tangeri, dov’è stata oggetto di contrattazione come le regole del mercato marocchino vogliono. A Tangeri, tra l’altro, ho bevuto un té alla menta esagerato. Il té lì è servito naturalmente zuccherato nel bicchiere di vetro, decisamente bollente. La storia di questa tipologia di teiere è interessante. A Tangeri, nei negozini si trovano a vendere tante teierine a marchio Manchester. Ho scoperto che questo marchio deriva dal fatto che l’inventore di questa forma di teiera, originariamente in argento, era un signore ebreo di Manchester, tal Richard Wright, che nel 1770 decise di produrre argenterie per il mercato nordarfricano. Ecco che allora il nome Manchester è diventato oggi, per le produzioni industriali, un marchio che identifica la forma della teiera. Teiere marchiate Richard Wright ne esistono, ma ormai sono rare. Chi se le aggiudica ha davvero un pezzo di valore nella sua collezione.
Un servizio da té cinese
Acquistato in un negozio di artigianato cinese, è uno di quei casi in cui il made in China è garanzia di qualità. In realtà non si tratta di un servizio da té utilizzabile: le tazzine sono davvero troppo piccole. Va detto, però, che in Cina la cerimonia tipica del té, il Gong Fu Cha, prevede una piccola teiera e tazzine ancora più piccole. Si tratta di una cerimonia in cui si sottopone a tre infusioni successive il té oolong, che è un té semifermentato, a metà strada come lavorazione tra il té nero e il té verde. Noi conosciamo per la maggior parte il té nero e il té verde, e invece esiste una grande gamma di tipologie di té. Quello del té è un mondo davvero vastissimo, che solo ultimamente stiamo imparando a conoscere in Italia.
Un servizio da té con Teiera verde + 4 tazzine
Questo servizio da té è interessante perché le tazzine sono esattamente delle dimensioni di quelle per la cerimonia del té cinese Gong Fu Cha. Per il resto, però, è un servizio da té cui sono molto affezionata, uno dei primi con cui ho avviato la collezione. Non è però un servizio da té originale cinese.
Teiera stile inglese + 2 tazze decorate
Anche in Gran Bretagna la cerimonia del té è importante. In particolare l’Afternoon Tea è una vera e propria grande merenda nel corso della quale non solo si beve il té, ma si fa conversazione e si mangiano dolcini oppure sandwiches salati. La Gran Bretagna, e in generale l’Europa, conosce il té da tempi relativamente recenti: dal 1600, per essere precisi, quando fu scoperto grazie a contatti commerciali con la Cina. Come ho raccontato in questo post, per un bel po’ di tempo la Cina ebbe l’esclusiva della produzione e quindi dell’esportazione di té, poi un giorno, nell’800, un avventuriero inglese rubò in Cina delle piante, dopo aver imparato le tecniche per la coltivazione, e le trapiantò in India. Da allora l’India divenne un grandissimo produttore di té e l’Inghilterra poté sganciarsi dalla dipendenza dalla Cina. Se fino a quel momento il té era stato una bevanda appannaggio dei ricchi, con le coltivazioni in India, che era colonia inglese, i prezzi si abbassarono e il té divenne una bevanda adatta a tutte le classi sociali.
Due tazze vengono dalla Gran Bretagna e in particolare sono affezionata a questa in fotografia, su cui sono rappresentate proprio le fasi della coltivazione della camellia sinensis, la pianta da cui si trae il té.
Teiera stile Limoges
Dopo la sua scoperta da parte dell’Occidente, il té non si diffonde solo in Gran Bretagna, ma sulle tavole dei nobili di tutta Europa. In Francia le porcellane di Limoges hanno anche una produzione di teiere e servizi da té. Questa teiera nello specifico non è un originale, ma richiama molto la forma di quelle teiere di XVIII secolo che venivano prodotte in Francia. In Italia, invece, andava di più il caffè.
Teiera in plexiglas + fiore di té
Le teiere in vetro o plexiglas si prestano particolarmente nel caso di infusioni belle da vedere. Io solitamente la uso per due cose: per la preparazione del té freddo direttamente da ghiaccio, ovvero mettendo in infusione le foglie di té in mezzo ai cubetti di ghiaccio che, sciogliendosi si impregnano, oppure per l’infusione di un fiore di té: col calore dell’acqua le foglie di té si schiudono e il fiore si libera.
Nel prossimo post invece vi racconterò le mie teiere buffe, quelle dalle forme bizzarre: perché la forma della teiera ispira le fantasie più strane!